SF 280 DD

Dati tecnici:  

Apertura alare:105 cm
Lunghezza: 76,5 cm
Altezza: 37 cm
Motore Haker A30 con elica 17x10
Peso:2,7kg
Materiali:Balsa, carbonio, termoretraibile, compensato, compositi (Kevlar, carbonio roacell)

Università degli Studi di Roma - La Sapienza

               

DBF -Design, Build and Fly
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La competizione è organizzata dalla AIAA -American Institute of Aeronautics and Astronautics-, dalla Cessna Aircraft Company e dalla Raytheon Missiles System e si svolge negli USA, un anno a Wichita (KS) e un anno a Tucson (AZ). Il fine ultimo della sfida è valutare la progettazione, la costruzione ed il volo di velivoli a controllo remoto che abbiano capacità particolari, al fine di compiere missioni di volo e abbiano caratteristiche in grado di rispondere alle specifiche tecniche che ogni anno vengono fornite. I partecipanti sono gli studenti delle Università collegate alla AIAA; nell’arco di alcuni mesi vengono realizzati prototipi, vengono scritti report tecnici dei progetti (oggetto di valutazione da parte dei giudici) e, infine, si ha la sfida
vera e propria: in tre giorni i velivoli e le squadre sono chiamati a dimostrare sul campo le proprie capacità, con prove di volo, portando a termine le missioni richieste e l’attenta ispezione tecnica pre-missione, che attesti la sicurezza ed il rispetto delle normative imposte dal regolamento.

 

Regolamento 2013
Quest’anno l’obiettivo era la costruzione di un UAV joint strike fighter, un velivolo a controllo remoto, in grado di imbarcare missili in stiva e sotto le ali; nel contesto della competizione lo sgancio dei medesimi non era previsto
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Specifiche principali
•capacità di decollo in campo austero in meno di 10 m;
•capacità di atterraggio su medesimo campo;
•completamento di 3 missioni (in base alle quali è assegnato un punteggio M1, M2, M3) lungo un circuito prestabilito
:
missione1: short take off mission, massimo numero di giri di un circuito in 4 minuti a vuoto (senza carico in stiva).
missione2: stealth mission, 3 giri con configurazione di carico in stiva (ogni team dichiarava
il numero di missili che avrebbe trasportato all’interno, il minimo è di 4).
missione3: strike mission, estrazione random una configurazione di missili da trasportare, interni ed esterni. 3 giri, con parametro di riferimento il miglior tempo su giro.
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Il punteggio totale è assegnato in base ad una formula che considera i punteggi delle singole missioni e quello del Report Tecnico consegnato prima della gara.
Per il regolamento dettagliato e completo:http://www.aiaadbf.org/2013_files/2013_rules.htm

 

SAPIENZA FLIGHT TEAM : IL TEAM, IL PROGETTO, L’SF 280 DD
Progettare un aereo, un sistema complesso, è una sfida per chiunque. Quando la progettazione è alla base di una competizione, la sfida è ancor più avvincente. Quest’anno hanno partecipato 81 teams da tutto il mondo, studenti universitari, che si applicano alla realizzazione di un
UAV che risponda alle specifiche richieste e che soprattutto lo faccia nel modo migliore possibile.
Si parte dall’analisi approfondita del regolamento che viene fornito dall’organizzazione, per andare a realizzare prototipi di velivoli sempre più vicini alla configurazione definitiva ottimizzata per gli scopi previsti. Nel nostro caso sono stati realizzati in parallelo due modelli definitivi gemelli (uno per i test e l’altro per la competizione).

 

Mesi di simulazioni, test in galleria del vento, la costruzione di strutture sperimentali per l’acquisizione dati di motori, eliche e batterie, notti in laboratorio a chiudere sacchi a vuoto per la realizzazione dei pezzi, giornate di test di volo e simulazioni di missioni, includendo ogni variabile in termini di possibili configurazioni e condizioni meteo. Tutto questo ci ha portati in America con una consapevolezza: aver svolto un ottimo lavoro. Avere la certezza di avere un velivolo competitivo non significa solo guardarsi indietro e pensare alla mole di lavoro svolto, ma anche osservare dati sperimentali e riconoscerne il valore, riuscire a trovare soluzioni che fanno tagliare centimetri su centimetri di apertura alare (siamo passati da 1,27m calcolati a 1,05m effettivi dopo i test in volo), riuscire a passare da 1.100 g di peso di aereo a vuoto
(includendo pacco batterie, motore, elica e carrello) ad appena 952,54g,riuscire a completare un giro in 40-42s e poi in 35s, tutti valori di parametri che portano ad un incremento di punteggio. Le prime conferme sono arrivate a pochi giorni dalla competizione, con la consegna dei risultati dei report: 95,45 punti su 100, secondo report del 2013 (il primo ha totalizzato 96 punti) e miglior piazzamento report mai consegnato da La Sapienza. Tuttavia, come in ogni competizione, la gara fa testo a sé. Quattro tentativi di missione su 3 missioni e l’obbligo di dover completare le tre missioni in ordine non permettono molti margini di errore per
un aereo, come il nostro, ottimizzato per massimizzare il punteggio della missione 3.
Purtroppo la fortuna in gara non è stata dalla nostra.
ISPEZIONE TECNICA: siamo chiamati per secondi, ci costringono a sostituire gli alettoni leggeri, con alettoni centinati, io e altri 2 ragazzi alla tech riusciamo a fare il tutto in tempi record, apportando le poche modifiche che i giudici richiedono. Abbiamo il permesso di decollare per la missione 1 come secondi.
MISSIONE1: un primo tentativo è stato speso a causa di un guasto al pacco batterie, con il quale il giorno prima l’aereo aveva performato su tempi assolutamente competitivi; questo mi ha costretto ad effettuare un atterraggio d’emergenza, fuori pista, ma senza danni. Il secondo tentativo ci ha dato 5 giri in 4 minuti, due in più rispetto a quanto pattuito con gli altri membri del team per prevenire eventuali cali di potenza, ma la sensazione che avevo in quel momento era che il nostro velivolo andava a meraviglia, quindi ce la poteva fare ed ho deciso di assumermi le mie responsabilità pur avendo alle spalle tutti gli occhi del team puntati
addosso.
Risultato: seconda posizione dopo la valutazione del report ed a MISSIONE1 completata.
MISSIONE2:imbarcare più missili porta ad un punteggio superiore, noi imbarchiamo il minimo per privilegiare dimensioni e peso ridotti. Sappiamo che verremo scavalcati da almeno 6 teams, ma sappiamo di recuperare in MISSIONE3, dove, se tutto va come deve andare, possiamo arrivare ad un totale di 392-420 punti. A pochi minuti dalla chiamata si bloccano tutti i carica batterie. Non abbiamo un pacco carico, ripetiamo la carica e dopo poco, un surriscaldamento stacca all’unisono tutti i carica batterie, siamo costretti a saltare il turno e a decollare nel primo pomeriggio, quando si alza il vento. Inizia la missione, purtroppo il forte vento laterale fa fare al velivolo un decollo scomposto che decolla in più 10m, si ripete il decollo (si
hanno più opporunità a patto che si abbia un decollo corretto in meno di 5 min dal primo tentativo). Secondo decollo corretto. L’aereo svolge il suo dovere in modo adeguato ma, all’atterraggio, il carrello in materiale composito si delamina: una raffica laterale all’atterraggio conduce ad un impatto scomposto; l’aereo non riporta danni, atterra in pista, nessun pezzo del carrello si rompe o si stacca. Tuttavia, i giudici, lo considerano un danno rilevante (è a loro discrezione classificarlo come tale), ci resta un solo tentativo e siamo costretti a usarlo per ripetere la missione2. La ripetizione della stessa è un successo, aereo spedito in volo ed atterraggio da manuale, purtroppo però il nostro uav era ottimizzato per la missione 3, quella a cui siamo costretti a rinunciare. A fine gara arriviamo in tredicesima posizione, con il primo classificato con un totale di 369 punti... punteggio ampiamente alla nostra portata.
Alla fine la classifica ci vede al 13esimo posto su 81 partecipanti con una missione (quella dove eravamo più performanti) in meno.

 

Conclusioni
I 9 lunghi mesi che ci hanno visto impegnati in questi progetto sono stati pieni di lavoro ma alla fine dei conti è stata una esperienza unica, che ha dato la possibilità a degli studenti come noi di confrontarsi con problematiche che nemmeno sui libri di testo a volte si possono affrontare. Inoltre si sviluppano caratteristiche come problem solving e attitudine al lavoro in team, importantissime nel mondo del lavoro.
Da aeromodellista posso dire che partecipare a questo progetto mi ha dato la possibilità di portare la mia passione ad un livello superiore e posso dire di sentirmi soddisfatto del lavoro svolto da me e da tutto il team.
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Il Sapienza Flight Team ringrazia tutti i sostenitori che hanno dato la possibilità a noi, come team di studenti, di portare a termine questo progetto tanto bello quanto impegnativo. In particolare qui si ringrazia Marcello Maurizi Presidente dell’RCR Club Romano Nardini di Campagnano di Roma per la disponibilità e per i mezzi messi a disposizione.
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Federico Api
(Sapienza Flight Team)